VOLTI DA FESTIVAL
Santo Genet Commediante e Martire
Compagnia della Fortezza
Come santi meravigliosi, nell'atto dell'estasi, dell'oblio.
Perché
quel corpo deve essere mitizzato, non è il corpo del reato del reale,
ma è il corpo di chi si allontana dal reale, dalla storia e dalla sua
storia.
Tutte qualità e potenzialità nello stesso soggetto.
Genet non uccide, si uccide, si sacrifica.
Sacrifica il suo essere.
I suoi eroi vengono svuotati della loro realtà.
Ogni
omicidio diventa un suicidio, un morire a se stessi su un piano
estetico. Il teatro è la macchina del delitto. La realtà diventa
immagine reale che si fa riflesso che tradisce la realtà con tutta la
sua arroganza.
''Ch'io abbia da raffigurare un forzato - o un criminale - sempre lo coprirò di tanti e tanti fiori...''
''La bruttezza è bellezza in riposo''
''La bellezza è la proiezione della bruttezza''
Prime variazioni sul tema
Oro
Specchi
Cornici
Tulle
Fiori
Bijoutteria
Riflesso
Carta da parato fiorita
Candelabri
Incensieri
Foto volti
Segatura per teche
Tappeti
Tendaggi
Lampadari
Rosoni di gesso
Ventagli
Aureole
Merletti
Azzurro con le stelle
Nero velluto
Bacinelle con zatterine con una parola
Frasi, parole, in cornice
Cuori rossi di raso con punti dorati
Cella come teca, come bara verticale
Genet secondo me
Armando Punzo
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